C'era una volta... il Cimitero di Guerra Italiano a Worcester... ma ci sarà ancora il 4 novembre? Continuano i vandalismi, furti e dissacrazioni
Tuesday, 15th October 2013 

C'era una volta... il Cimitero di Guerra Italiano a Worcester... ma ci sarà ancora il 4 novembre? Continuano i vandalismi, furti e dissacrazioni

Il Cimitero di Guerra Italiano a Worcester quasi non c'è più. Sì, ci sono ancora le tombe, sia pure con le croci quasi divelte, ci sono le lapidi commemorative, ma in frantumi sul terreno ridotto come una fogna a cielo aperto, ma non c'è più il recinto metallico, divelto un pezzo alla volta, in parte recuperato e in parte trasportato probabilmente a racchiudere qualche metro quadrato di terreno nella baraccopoli poco lontana dal camposanto. Adesso quello che era un pezzo simbolico, consacrato e recintato d'Italia, altro non è che un angolo devastato nella devastazione generale del cimitero cittadino, come dimostrano le foto di cui siamo debitori verso la signora Mariana Naude. E tutto questo dopo che soltanto il 21 maggio scorso il sindaco Basil Kivedo aveva garantito al console d'Italia Edoardo Vitali e all'onorevole Mario Ambrosini, in presenza del nostro direttore Ciro Migliore, che il rettangolo consacrato ai resti degli italiani morti in prigionia durante la seconda guerra mondiale sarebbe stato dotato di un nuovo recinto e di protezioni adeguate per mettere fine ai vandalismi e alle dissacrazioni che i monumenti e le tombe avevano già dovuto subire in precedenza. Nessuno di quegli impegni è stato mantenuto e ormai si sta pensando seriamente alla dolorosa ma indifferibile scelta di traslare i resti dei prigionieri in qualche cimitero più protetto. Si fa naturalmente strada l'ipotesi di Zonderwater e da qualche parte si è anche avanzata l'ipotesi di creare un sacrario in un angolo del parco del Club Italiano di Città del Capo, ma mentre queste ipotesi dovranno essere vagliate nei prossimi mesi, in questo preciso momento è necessario vedere cosa sia possibile fare per la commemorazione dei caduti civili e militari nell'ormai vicinissima ricorrenza del 4 di novembre.

Questa la dolorosa testimonianza di Mariana Naude, custode del Cimitero di Guerra di Worcester per conto del Consolato d'Italia, in una lettera dello scorso 31 agosto:

"At the cemetery is chaos. Il 20 agosto la polizia ha arrestato due uomini con una delle sezioni di acciaio durante la notte. Andrò a raccoglierla martedì. I due sono apparsi in tribunale, ma sono di nuovo per strada. La prossima udienza sarà il 10 settembre 2012. Mercoledì hanno portato via i due cancelli durante la notte e la scorsa notte hanno rubato l'ultima sezione sulla sinistra e metà delle sezioni sul retro. Hanno ammucchiato alla rinfusa le panche di cemento e hanno portato via i piedestalli che le reggevano. Abbiamo recuperato le basi e le abbiamo rimesse a posto con l'aiuto della polizia. C'era anche l'ispettore capo. Hanno frantumato la lapide di marmo all'ingresso e hanno tentato di rompere tre croci. Lo spettacolo è terribile... cerchiamo di pulire, ma ogni notte usano la zona delle panche come latrina. Siamo andati a ispezionare quotidianamente, ma tutti i vandalismi avvengono di notte. Sono tanto dispiaciuta, lo spettacolo è terribile. Cosa possiamo fare?".

Del sindaco Kivedo nessuna traccia, nessuna menzione. Come scrive l'onorevole Ambrosini al capogruppo del partito del primo cittadino di Worcester (Anc), "Basil Kivedo had done nothing of what he undertook to do. L'accordo raggiunto con lui era stato verbalizzato per iscritto lo stesso giorno dal Console Generale d'Italia e non è mai stato messo in discussione per l'accuratezza o altri motivi. L'accordo era espressamente finalizzato a una cerimonia d'apertura congiunta in novembre, alla quale avrebbero dovuto essere invitate autorità del Governo Italiano. Sembra che il signor Kivedo non abbia fatto nulla di quanto si era impegnato a fare, senza neanche darsi la pena di informare chicchessia del perché non lo abbia fatto e senza dare motivazioni o giustificazioni per non averlo fatto". "He must now get his act in order - continua la lettera di Ambrosini. - Ha due mesi di tempo per farlo". E sorvoliamo sulle parti della lettera che contengono valutazioni del comportamento del sindaco, nella certezza che i lettori si saranno fatti una loro opinione.

"Ho il sospetto - conclude il parlamentare italiano - che il Console possa anche raccomandare il rimpatrio dei resti dei caduti italiani ivi sepolti".

Ipotesi confermata dallo stesso console Vitali in una lettera con la quale informa dell'accaduto lo stesso Ambrosini, il presidente dell'Associazione Zonderwater Block di Città del Capo, Mino Caira, e il presidente del Comites delle province del Capo Roberto Boni. Nella missiva il console, dopo aver ricordato l'incontro con il sindaco Kivedo e gli impegni assunti da quest'ultimo, afferma: "Vorrei discutere con voi proposte su come porre quanto prima rimedio a tale situazione, prima che si verifichino nuove e peggiori dissacrazioni. A mio giudizio ci troviamo di fronte a tre possibilità: a) tentare un nuovo e più alto intervento a livello politico, nella speranza di suscitare l'interesse adeguato perché le autorità pongano il cimitero italiano in condizioni di sicurezza; b) sviluppare un progetto autonomo per la messa in sicurezza del cimitero (recinzioni, restauri, video-sorveglianza), stimarne i costi e verificare fonti possibili di finanziamento (Ministero Difesa? Consolato, comunità italiana e aziende?); c) valutare, in accordo con il Ministero della Difesa e l'Associazione Zonderwater, l'ipotesi (dolorosa, ma a questo punto da mettere in conto) della traslazione delle tombe verso il cimitero di Zonderwater, con definitiva chiusura del cimitero italiano di Worcester".

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