Città del Capo festeggia il secondo Capodanno con l’esplosione di colori per il carnevale dei “coons”
Tuesday, 15th October 2013 

Città del Capo festeggia il secondo Capodanno con l’esplosione di colori per il carnevale dei “coons”

Mercoledì 2 gennaio Città del Capo festeggia il Secondo Capodanno (Tweede Nuwejaar) e la città sarà investita da un’esplosione di colori e musica. E’ il carnevale dei “coons”, altrimenti detti “I Menestrelli del Capo”. Migliaia di persone in costume confluiscono fin dalle prime luci dell’alba verso il District Six da tutti i sobborghi dei “Cape Flats”. Almeno sessanta gruppi si contendono il titolo di campioni del Carnevale. La sfilata attraversa il centro della Città, dal Castello alla City Hall, dalla Loggia degli Schiavi alla cattedrale di San Giorgio, fino al Quartiere Malese, nel Bo-Kaap, sulle pendici di Signal Hill, che sarebbe poi Lion’s Rump, ossia il deretano del leone. Poi tutti allo stadio di Green Point per continuare la festa fino a notte fonda, marciando, ballando e suonando davanti a migliaia di spettatori. Una grande festa, una bella festa, la festa dei “Cape Coloureds”. I bianchi, infatti, in questa circostanza sono soltanto spettatori. E sì, anche la gioia può essere di molti colori. E non mi riferisco ai colori vivaci sulle facce e sulle mani di tanti menestrelli, né ai colori dei costumi o degli ombrellini.

La parata del 2 gennaio, di questo Capodanno bis che è anche Carnevale, ha origini lontane, anche se non proprio remote. Dice la storia che nel 1806, durante le Guerre Napoleoniche, gli inglesi tolsero definitivamente la colonia del Capo agli olandesi della Compagnia delle Indie Orientali. Dice ancora la storia che intorno al 1830 gli inglesi, ancora loro, decisero di abolire la schiavitù, facendo nascere sulle sponde opposte e lontanissime dell’Atlantico, in America e in Sud Africa, sentimenti di ribellione che causarono, da lì a qualche anno, il Grande Trek dei Boeri dalla costa verso l’interno dell’Africa australe, e la Guerra di Secessione fra gli Stati del Nord e del Sud dell’America. E prima della fine di quel secolo le reazioni a catena si concludevano con la Guerra Anglo-Boera, dalla quale doveva scaturire l’Unione del Sud Africa.

Dice sempre la storia che durante la Guerra di Secessione una nave da corsa della Confederazione del Sud infliggesse gravi perdite ai convogli navali che portavano rifornimenti agli Yankee. Era l’Alabama. Prima di essere a sua volta affondata riuscì a catturare e affondare più di sessanta navi nemiche, rifugiandosi, fra una scorreria e l’altra, nella baia di Città del Capo.

Dicono le cronache che erano sull’Alabama anche marinai negri, i quali fraternizzarono con i colorati del Capo, freschi di libertà, ai quali era stato anche elargito un giorno di riposo per festeggiare la fine della schiavitù. Avete indovinato, il 2 di gennaio. Furono quei marinai a parlare agli indigeni del carnevale di New Orleans, a insegnare loro come fare i semplici strumenti musicali necessari per una bella festa e a mascherarsi con pochi soldi, pitturandosi la faccia di nero e le mani di bianco per somigliare agli orsetti pescatori americani, i “racoons”, dal cui nome deriva l’abbreviazione “coons” che identifica i partecipanti al Carnevale del Secondo Capodanno di Città del Capo. Dicono ancora le cronache che la tradizione della sfilata attraverso la città fino a Green Point nasce ufficialmente nel 1887. Da allora i “coons” sfilano, marciano, ballano, suonano, cantano e si divertono per settimane, prima e dopo la fine dell’anno. Ma il 2 di gennaio Città del Capo appartiene a loro.

Celebrating “second New Year”

The Cape Minstrel Carnival is one of Cape Town’s oldest celebrations. The annual carnival, also called the “Kaapse Klopse”, has seen revellers taking to the streets of the Mother City since the mid-1800s.

The carnival originated almost 150 years ago, when Malay slaves spent their annual day off frolicking in the streets of Cape Town. Slaves gathered on the day to sing, dance and perform in celebration of their culture and were able to forget – if only for a few hours – the hardships they faced during the year.

Today, the event – held on January 2 – marks the start of the new year in a uniquely Capetonian way. The carnival’s nickname, “tweede Nuwe Jaar”, means “second New Year” in Afrikaans, the home language of many participants.

An unmistakeable sense of jubilation is present on the morning of the Cape Minstrel Carnival. More than 10 000 minstrels, kitted out in the brightest of outfits, assemble in District Six, where the street parade officially starts.

Twirling parasols, playing musical instruments and wearing white face-paint, the minstrels trot through the city to the delight of thousands of spectators.

Described as the South African version of Mardi Gras and the Rio Carnival, the Cape Minstrel Carnival – complete with festive song and dance – is a popular spot for nursing a New Year’s hangover.

It's also a great opportunity to take unique, bright and beautiful photographs.

While new year always arrives with a big bang in the Mother City, it’s the Cape Minstrel Carnival, known as Tweede Nuwe Jaar (second new year), that gives the celebration its local colour. The Cape Minstrel Carnival is Cape Town’s longest-running street party, tracing back to old slave traditions during the days of the Cape Colony.

Historically celebrated on January 2, the one day Cape slaves were given off every year, the carnival is still marked today, typically on January 1, by merrymaking, music and a parade: Performers from local communities, dressed as minstrels and waving parasols, dance and sing their way from Zonnebloem, formerly District Six, through the city centre.

Legend has it that the carnival was influenced by a group of African-American musicians who docked in Cape Town in the late 1800s and entertained sailors with their spontaneous performances. Many tunes you will hear played during the parade are more than 200 years old, although you’re sure to hear pop songs and local interpretations of modern music too. The song-and-dance troupes involved take the event very seriously – some start practicing up to six months in advance – and there are prizes for the most flamboyant performance, the best-dressed troupe, the best singer and the best band.

The Cape Minstrel Carnival, much like Mardi Gras, is a celebration of freedom – and a uniquely local event not to be missed.

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