Francesco: La preghiera non è un'aspirina
Monday, 28th March 2023 

Francesco: La preghiera non è un'aspirina

Manuela Pelati - corriere.it -

«Padre Pio è un servitore della Misericordia che ha creato tante oasi di vita in molte parti del mondo». Papa Francesco ha salutato così i devoti dei gruppi di preghiera definiti «focolai d’amore» da Padre Pio quando era frate. Con l’incontro in piazza San Pietro, il Giubileo è entrato nel vivo: fin dalle 5 di mattina i fedeli di padre Pio e Leopoldo da Padova, si sono radunati per l’udienza dedicata ai due profeti della Misericordia. Le due salme trasportate venerdì in processione su Ponte Sant’Angelo, rimarranno nella Basilica di San Pietro fino all’11 febbraio. Dopo il giro della piazza con la papamobile, Francesco si è rivolto ai fedeli: «Quanta gente ha bisogno di carezze per aver la forza per portare avanti la malattia o per presentarsi al Signore».

Il Pontefice ha incontrato i gruppi di fedeli di Padre Pio e con loro ha ribadito l’importanza della preghiera. «La preghiera è una vera e propria missione che porta il fuoco dell’amore all’intera umanità» ha detto il Pontefice. «Diceva Padre Pio: la preghiera è una forza che muove il mondo, spande il sorriso su ogni languore e debolezza, la preghiera non è una buona pratica per mettere pace nel cuore, se fosse così sarebbe mossa da un sottile egoismo: io prego per star bene come prendere un’aspirina? No, non è così. La preghiera è un’altra cosa, è un’opera di misericordia spirituale che vuole portare tutto al cuore di Dio, è un dono di fede e amore». Infine ha sottolineato: «È affidare la chiesa e le persone al Padre perché se ne prenda cura». Papa Francesco nel giro con la papamobile ha baciato molti bambini presenti in piazza. Tra i fedeli applausi e grida: «Viva il Papa» e poi cori con «Fran-ce-sco, Fran-ce-sco» scandito da tre applausi.

In piazza si sono radunate almeno 70 mila persone, che alla presenza di circa mille uomini delle forze dell’ordine devono passare sotto il varco dei 30 rapiscan situati sotto al colonnato della piazza, per il controllo al metal detector, tutti aperti per far defluire la gente. Tutta l’area è stata bonificata da venerdì e Ponte Vittorio è chiuso in direzione via della Conciliazione. Da Campobasso a Padova, dall’Irlanda all’Argentina i gruppi di devoti a Padre Pio sono giunti in piazza con striscioni e fazzoletti al collo, radunati anche in gruppi di centinaia di persone. I pullman registrati sono quasi duecento che hanno seguito le indicazioni del piano G della mobilità, che prevede per i grandi eventi l’obbligo di sostare lontano dal centro nei soli parcheggi autorizzati, che tranne quello sotto porta Cavalleggeri, sono vicini a snodi di metropolitana e ferrovie come a Tiburtina e Anagnina. Ma molti autisti non rispettano le regole: lasciano i pellegrini vicino San Pietro e sostano negli stalli sul Lungotevere della Vittoria o di Porta Cavalleggeri.

Il Giubileo dei gruppi di preghiera di Padre Pio è dedicato alle persone sofferenti, amate e protette dala frate che realizzò il sogno di creare Casa Sollievo il «centro studi intercontinentale che aiuti i medici a curare i malati». Il complesso ospedaliero di San Giovanni Rotondo, che dà lavoro stabile a 300 giovani, è sostenuto anche dal lavoro di fedeli e volontari che assistono i malati continuamente. «La preghiera tocca il cuore di Dio» diceva Giovanni Paolo II.

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