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Tuesday, 15th October 2013 

Once upon a time in Sud Africa

Antonio Drago da Milano -

Gentile Direttore,
mi chiamo Antonio, ho 24 anni e sono un cittadino italiano. Vivo a Milano dal 2007 ma mi ci sono trasferito per studio e lavoro arrivando dalla Sicilia, mia terra di origine a cui sono particolarmente legato per il sole, il mare e i luoghi della mia incontaminata infanzia. Proprio la mancanza di tutto ciò che non fosse casa, al nord, e il desiderio di rinnovarmi, mi hanno spinto - quasi alla cieca - a partire verso il Sud Africa proprio lo scorso Dicembre.

Ammetto che sapevo poco di questo straordinario Paese tant'è che ci sono finito solo perchè avevo "voglia di Africa ma in un contesto cittadino un po più civilizzato". Lungeva da me pensare che Charlize Theron vivesse nelle capanne prima di trovare fortuna ad Hollywood, o che la principessa Charlene morisse di fame prima dell'incontro "amoroso" col principe Alberto, ma certo non avrei mai immaginato lo scenario mozzafiato che i miei occhi hanno visto e che il mio cuore non riesce a dimenticare.

Ho vissuto 6 mesi (3+3) a Cape Town, dapprima come ragazzo alla pari, poi come studente e infine come turista. Ho avuto la fortuna di essere stato aiutato da amici benestanti, automuniti ed eccezionalmente affettuosi che mi hanno fatto scoprire le meraviglie della città illuminandomi anche sui suoi aspetti negativi. Ho vissuto in zone straordinarie: da Claremont a Sea Point e perfino a Camps Bay e questo forse mi ha reso cieco circa le reali situazioni drammatiche che oggi affliggono il Paese.

CPT è probabilmente una città meno pericolosa di Joburg ma adesso, nonostante riguardi le mie foto con inconsolabile nostalgia o abbia fatto "conoscere" - tramite immagini, links e post facebook - il mio paradiso ai miei amici italiani ignoranti, scettici (sull'Africa) ed arroganti, non posso non pensare altresì a tutte le volte che, prendendo il treno, quasi tremavo o che se faceva buio avevo ansia ad uscire; dal Waterfront alle 21.00 dovevo prendere PER FORZA un taxi fino all'Absa building per andare a ballare (una passeggiata ecologica nelle calde sere d'Europa).

Clifton e Camps Bay sono certo zone protette, che a mio avviso non hanno nulla da invidiare a Malibu o Miami, ma fuori, fuori e col buio è davvero la savana in mano ai leoni affamati!

Perchè? Come è possibile tutto ciò?

Proprio oggi ho trovato su flickr un album sulla Cape Town che fu. La Cape "bianca" degli anni 60-70-80... una città gaia, metropolitana, dal gusto retro in quelle cartoline sbiadite di ladies 70s sul lungomare a Sea Point o di signori di alto borgo con cappellino ad aspettare l'autobus in Darling street, con un orizzonte verde ed opulento che ricorda la nostra Europa trasferita in terra paradisiaca.

Ma tutto ciò mi ha fatto pensare: nessuno prende più i mezzi pubblici, se non i neri poveri, anzi, non esistono i mezzi pubblici come si conoscono nel mondo civilizzato. Quel treno squallidissimo sembra faccia carico degli abitanti delle township e li porti a mandria in città, tra le vie, sotto i palazzi a dominare la scena.

Dov'è la gente normale di sera? Perchè nessuno passeggia mentre mangia un gelato o, che ne so, bacia la sua ragazza su una panchina a Company's garden? Non è forse possibile convivere con chi è meno fortunato di loro ma che grazie al grande Mandela adesso condivide le "stesse" meraviglie della città madre?

E' come se al calar del sole i bianchi, o i ricchi in generale (la mia migliore amica di Cape è di colore e non voglio fare discriminazioni) si rifugiassero nelle loro ville mega blindate e custodite dalla guardia di 3 pastori tedeschi, lasciando la città a chi "per diritto" dovrebbe starci, a chi per anni non ha potuto averla e ha subito le ingiustizie di una terribile apartheid.

Ma perchè la criminalità? Perchè le townships? Dov'è Mandela in tutto questo?

Cosa può fare il governo per riportare il Sud Africa al suo splendore e adesso con la fratellanza dei popoli e delle culture? Esiste forse un pericoloso orgoglio nero?

Una vecchia signora sudafricana bianca una volta mi disse con sospiro nostalgico: "Ragazzo mio, si stava meglio quando si stava peggio".

Ma anch'io, come lei Direttore, sono innamorato di questo straordinario Paese e nonostante tutto voglio tornare a Cape Town una volta laureato. Sono entusiasta dei nuovi progetti urbani e degli eventi design del 2014. Sono sicuro che diventerà ancora più bella e mi auguro di cuore che le cose un giorno cambieranno...

Dall'Italia, Antonio
http://www.flickr.com/photos/8270787@N07/4281652870/in/set-72157600938342274/
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Ciao Antonio. Quando tornerai, fatti sentire e ci siederemo su una panchina dei Giardini della Compagnia per parlare a lungo di tutte le cose che chiedi, alle quali tuttavia nè io nè nessun altro potrebbe dare risposte definitive. Sono argomenti con tantissimi risvolti, un po' come la questione meridionale in Italia, di cui si possono identificare tante componenti, ma purtroppo senza mai arrivare a un'unica spiegazione razionale. Ma certamente si potrebbero individuare rimedi che potrebbero funzionare nel giro di alcune generazioni e purtroppo nessun politico, qui come in Italia e probabilmente anche negli Stati Uniti, è interessato a progetti che non diano vantaggi politici nel breve periodo. Ti saluto. - Ciro Migliore

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