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Tuesday, 15th October 2013 

Problemi tecnici legati al voto degli italiani all'estero fanno slittare le urne al 24 febbraio

ROMA - Dopo una giornata di tira e molla sulle elezioni, arriva il via libera di Napolitano: si voterà il 24 febbraio con uno slittamento di sette giorni rispetto alla data prevista.  
Il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri aveva scritto al capo dello Stato, spiegandogli che anche se la macchina elettorale potrebbe essere pronta per il 17 febbraio, sarebbe, per motivi tecnici, meglio votare il 24 febbraio. In serata una nota del Quirinale spiega che il Presidente della Repubblica ha «preso atto delle valutazioni del Ministro dell’Interno circa la complessità e delicatezza degli adempimenti tecnici connessi al voto degli italiani all’estero», che inducono a ritenere che «il 24/02 sia la data più idonea per lo svolgimento delle elezioni per agevolare il compimento di tutti gli adempimenti necessari».
 
Restano però un rebus i tempi di esaurimento dell’attività parlamentare che aprono la strada allo scioglimento delle Camere da parte del presidente della Repubblica e poi alla campagna elettorale. Il casus belli è la legge di stabilità che ha rallentato il suo iter di approvazione al Senato e alla cui definitiva approvazione Mario Monti ha collegato le sue dimissioni da premier. Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, annuncia in Aula che il proprio partito è intenzionato a «prendere tutto il tempo necessario» per esaminare con cura il testo della legge di stabilità quando arriverà a Montecitorio, aggiungendo che a «anche il decreto sulle liste elettorali non può essere esaminato a Camere sciolte». Da qui la reazione del Pd che punta l’indice contro l’incoerenza di chi ha di fatto sfiduciato il governo Monti e poi non vuole trarne le conseguenze.  
 
Napolitano prova a mettere un punto fermo nella polemica. È «interesse del Paese» che «non si prolunghi eccessivamente la campagna elettorale affinché possa ristabilirsi al più presto la piena funzionalità delle Assemblee parlamentari e del Governo in una fase sempre critica e densa di incognite per l’Italia», si legge in una nota della Presidenza della Repubblica. «Le ipotesi di data per lo scioglimento delle Camere all’esame del Presidente della Repubblica, che ne ha la prerogativa esclusiva sentiti i Presidenti delle due Assemblee, non sono dettate da alcuna forzatura o frettolosità». «Come è noto, il Presidente Napolitano ha ripetutamente auspicato che le elezioni si svolgessero alla scadenza naturale entro la prima metà di aprile; altrettanto noti sono i fatti politici che hanno vanificato questa possibilità».   «Già prima di quei fatti nuovi - prosegue il Quirinale -, la Conferenza dei Capigruppo del Senato aveva calendarizzato la discussione in Aula della legge di stabilità per il 18 dicembre. Avendo il Presidente del Consiglio preannunciato la formalizzazione delle sue irrevocabili dimissioni all’indomani dell’approvazione di questa legge, è interesse del paese evitare un prolungamento di siffatta condizione di incertezza istituzionale».
 
«In quanto alla conseguente indizione delle elezioni politiche, corrisponde alla prassi costante - ricorda ancora il Colle - la fissazione della data in un momento intermedio tra il minimo di 45 giorni previsto dalla legge e il massimo di 70 fissato in Costituzione. È egualmente interesse del paese che ci si attenga a tale prassi e non si prolunghi eccessivamente la campagna elettorale affinché possa ristabilirsi al più presto la piena funzionalità delle Assemblee parlamentari e del Governo in una fase sempre critica e densa di incognite per l’Italia», conclude
 
NODO LEGGE DI STABILITA’  
Le previsioni sono che la legge di Stabilità potrebbe arrivare alla Camera o domani o addirittura venerdì con il risultato di far slittare alla prossima settimana la conclusione dell’attività legislativa di Montecitorio che era stata fissata al 21 dicembre. Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera, accusa il Pdl di avere «un atteggiamento dilatorio» che può contare pure sull’atteggiamento tollerante di Renato Schifani, presidente del Senato. Dal Pdl arriva la conferma che l’obiettivo è’ guadagnare tempo prima della fine della legislatura sia per tentare di trovare un assetto interno più stabile dopo la separazione del gruppo guidato da Ignazio La Russa che ha dato vita a Centrodestra nazionale, sia per evitare l’ entrata in vigore delle regole della par condicio che regolano gli spazi televisivi riservati ai leader politici. Intanto il Cavaliere ha iniziato la sua campagna elettorale con una forte esposizione televisiva (domenica Canale 5, lunedì Rete4, ieri sera Raiuno e oggi di nuovo Canale 5, ospite del salotto di Barbara D’Urso).
 
IL VERTICE DEI CENTRISTI  
Oggi intanto vertice dei rappresentanti delle liste moderate di centro a Palazzo Chigi. Oltre a Luca Cordero di Montezemolo hanno infatti incontrato il premier Mario Monti anche il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, il segretario Lorenzo Cesa e il ministro per la Cooperazione Andrea Riccardi. Ieri il presidente del Consiglio per la prima volta ha fatto capire quali siano le sue intenzioni: in nome della continuità con l’azione risanatrice del suo governo, Mario Monti nei prossimi giorni, annuncerà il suo pieno appoggio a quelle forze che in questi mesi lo hanno sostenuto. Intanto però la conferenza stampa del presidente del Consiglio, Mario Monti, prevista per venerdì 21 alle ore 12 è stata rinviata ad una data che sarà tempestivamente comunicata. Lo comunica in una nota l’Ordine dei giornalisti. Secondi Pier Ferdinando Casini «Monti non è indeciso, in cuor suo ha preso una decisione. Ma rispetta le regole: aspetta lo scioglimento delle Camere. Lo sforzo fatto da milioni di italiani non andrà vanificato». «Stamattina - Il leader dell’Udc - abbiamo parlato di cose meno misteriose di quello che sembra, ma non della discesa in campo di Monti. Deciderà lui quando sarà opportuno. Non dobbiamo tirare Monti per la giacca». Casini chiarisce: «Noi, però non disertiamo. Nel momento più difficile per il Paese siamo in campo per non disperdere i sacrifici fatti dagli italiani e continuare sulla strada della salvezza nazionale» (La Stampa.it, 19 dicembre 2012) - Inform

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