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Tuesday, 15th October 2013 

Tre Volontari italiani aiutano donne del Capo a rendersi economicamente indipendenti

Negli anni 2005 e 2008 Volontari delle Nazioni Unite hanno organizzato e condotto corsi per dare informazioni base a donne sudafricane delle townships e immigrate o richiedenti asilo che desiderassero iniziare un piccolo business come risorsa di autosostentamento e aiuto alle famiglie. Sono stati pertanto svolti due corsi centrati sulla redazione di un ‘Business Plan” che esponesse obiettivi, attività e risorse necessarie.

I tre UNV che hanno partecipato al programma, inviati a Cape Town dalla Onlus Seniores Italia-Partners per lo Sviluppo, hanno istituito un fondo chiamato OLGIORUM per dare supporto economico alle iniziative proposte dalle donne partecipanti al corso: il prestito senza interessi e da restituire in rate mensili o trimestrali nell’arco da uno a tre anni è stato concesso una sola volta per mancanza di proposte o altre richieste.
I tre volontari, Bertini, Del Canuto e Jazzarelli, hanno deciso ora di sostenere con quel fondo  un progetto che è stato proposto da Africa Unite, l’organizzazione non governativa di Cape Town che ha collaborato nei corsi svolti e che ha come “mission” l’integrazione delle donne presenti a Città del Capo, indipendentemente dalla loro provenienza.

Il progetto ha avuto una prima fase semestrale da novembre  2011 a aprile 2012; una seconda fase è necessaria per consolidarne i risultati. La prima fase è stata sostenuta finanziariamente da contributi pubblici e privati; per la seconda fase non è previsto nessun ulteriore finanziamento.

In un mondo globalizzato dove le distinzioni di paese, razze o culture di provenienza devono essere abolite ma non dimenticate,  l’incontro e il lavoro insieme di donne con differenti personali contributi merita  di essere sostenuto e sviluppato.

Nella prima fase del progetto sono state selezionate circa 30 donne  che hanno preso parte ad attività diverse, incontri, seminari, workshops, al fine di identificare comuni gruppi di interesse; esse sono state invitate a costituire insieme le basi di attività future che potranno alla fine renderle autonome e non primariamente ma anche finanziariamente indipendenti. In attesa della seconda fase le donne partecipano ad altre attività di Africa Unite per evitare la dispersione dei gruppi. Nella seconda fase si intende rafforzare soprattutto la capacità di operare insieme integrando conoscenze e attitudini per raggiungere il comune obiettivo dell’autosufficienza.

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